pubblicato per Doppiozero in data 27 agosto 2015
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James Kerr è un artista canadese che nel 2012 apre il suo tumblelog, dando vita al progetto Scorpion Dagger. Le sue opere d’arte si basano sul prelievo di materiale dai dipinti del primo rinascimento nordico, che egli ri-assembla in collages digitali. Cosa sarebbe successo se San Giorgio non fosse riuscito a vincere il drago? Cosa c’è dietro il miracolo di Cristo che cammina sulle acque? Com’è andata davvero l’imposizione della Sacra Sindone? Selezionando e plasmando un certo tipo di materiale artistico e mescolandolo a scene di vita quotidiana della contemporaneità, Kerr lavora sulla continua risemantizzazione degli elementi in gioco. L’effetto ironico e grottesco, a tratti dissacrante, risulta uno dei principali tratti della sua opera.
Ciao James, grazie per aver accettato quest’intervista. Partiamo con domande molto semplici: chi è Scorpion Dagger? Cosa fa Scorpion Dagger, quando e dove nasce?
Ciao, sono nato nell’agosto del 1978 a Montreal, in Canada. Sin dall’inizio del 2012 ho iniziato a creare brevi animazioni in formato GIF e a pubblicarne un buon numero in internet. La costa strana è che Scorpion Dagger è da intendersi più come il nome del progetto relativo alle GIF, e non necessariamente come nome d’artista, ma chi sono per discutere se il pubblico vuole chiamarmi con quel nome?
Quali sono i tuoi personaggi e i tuoi temi preferiti e perché? Ce ne sono alcuni a cui ti senti particolarmente legato? Parlaci di loro.
Oddio, è molto difficile che io riesca a scegliere! Mi risulta molto divertente costruire relazioni con tutti i personaggi con cui lavoro. Mi sforzo di sviluppare le loro personalità ed esplorare tutte le loro vite nel mondo che costruisco per loro. Un aspetto divertente: nel mio lavoro c’è un fattore dal carattere autobiografico, in ogni GIF che creo è come se ci fosse una parte di me. Recentemente durante un’intervista ho commentato alcuni miei pezzi; parlando dell’ispirazione legata a ognuno di essi, sono riaffiorati molti ricordi – è stato come rileggere una sorta di diario. Credo che se dovessi scegliere un personaggio, vorrei essere Maarten Nieuwenhove, dipinto da Hans Memling.

Il mondo in cui tratti le immagini, i personaggi e gli ambienti dei dipinti è molto particolare. Tempo fa mi colpì una parola che hai usato per descrivere il tuo lavoro: “to envision”. Sembra che dietro il tuo lavoro ci sia una ricerca sul quotidiano: potrebbe essere questo una chiave di lettura che rende possibile il mondo (e i mondi) di Scorpion Dagger?
Conosci la frase “Cosa ci vedi?”, che la gente utilizza per provare a spiegare l’arte (specialmente quando si parla di opere astratte)? Beh, è un buon modo per far capire in che modo lavoro. Un giorno, sfogliando un catalogo alla ricerca di alcune immagini che potessero fare da fonte di ispirazione, mi sono soffermato sul Compianto del Cristo morto di Giotto e ho iniziato a pensare alla scena immaginando Cristo che faceva le flessioni, con tutti i personaggi intorno a incoraggiarlo, contrariamente al clima di lutto legato alla sua morte. Passando al dipinto successivo capitò di nuovo lo stesso fenomeno. Questa specie di epifania, grazie alla quale riesco a perdermi nelle opere, mi permette di immaginarle diversamente, quasi come se io riuscissi a vederle come vorrei. Poi, più il tempo passava, più volevo andare a fondo ed esplorare le vite dei personaggi fuori dal quadro. Cosa sono queste persone nel dipinto quando tornano a casa dopo il compianto? Lavorano? Cosa fanno per divertirsi? Mi interessava la loro vita quotidiana e ho iniziato a sostituire le mie esperienze e i miei pensieri ai loro.
Di recente riflettevo su questa nuova forma d’arte: il loop. Oggi ci sono tanti modi in cui esso viene utilizzato: GIFs, vines, video brevi, video della serie “dieci minuti di” etc. Sembra esserci una relazione particolare tra immagini e loop: cosa ne pensi?
Il loop mi piace molto perché credo offra la possibilità di fissare un certo ritmo per le opere senza renderle per forza musicali. Penso a questo mentre creo le GIF – specialmente quelle composte da scene multiple. Hanno bisogno di un certo andamento ritmico in modo da sfumare il confine tra l’inizio e la fine, come se fosse un modo per smussare gli angoli.
Cosa pensi della relazione tra l’arte e l’innovazione tecnologica? Pensi che il medium sia il solo fattore caratterizzante di un’opera d’arte o credi che ci sia qualcosa di più che la renda tale?
Vedo la tecnologia non solo come uno strumento per creare arte, ma anche come un modo interessante per concepirla. Mentre un dipinto una volta era solo un dipinto (pur consapevole del fatto che un dipinto non è mai soltanto un dipinto), ora lo si può trasformare in un video, in una canzone, in un paio di calzini o qualsiasi altra cosa. Certo, non si tratterà del dipinto originale, e forse nemmeno della stessa opera d’arte, ma si riesce a sviluppare e modificare l’originale senza distruggerlo, creando relazioni completamente nuove tra l’opera e il pubblico. L’opera stessa è diventata uno strumento per creare nuova arte – se considerata non tanto come fonte di ispirazione nello stile del disegno, ma come fattore da manipolare alla ricerca di nuove forme. Penso che l’arte digitale e la web art siano dei fenomeni stimolanti per iniziare a capire come creare qualcosa di completamente innovativo con le nuove tecnologie, partendo dal fatto che considero internet come una ri-creazione del mondo prima del suo avvento. In un certo senso, internet è completamente non-originale, e sembra che in esso si stiano solo traducendo elementi della vita reale come banche, negozi, gallerie, libri, radio, relazioni.
Conosco i tuoi lavori sin dal 2012; Tumblr è una piattaforma molto particolare rispetto ad altri network: sembra che incoraggi molto il poter “giocare attraverso le immagini” – spesso lo paragono a una “wunderkammer contemporanea”. Hai scelto consapevolmente Tumblr come canale di diffusione del tuo lavoro?
Quando iniziai a pubblicare le mie opere non avevo idea di cosa fosse Tumblr; cercavo una piattaforma gratuita e semplice da usare, in modo da avere un portfolio online da condividere. So che esistono aspetti social legati ad esso, ma la mia intenzione iniziale non era quella di costruire una rete di followers. Accadde poi che persone che non conoscevo hanno iniziato a condividere le mie opere; ero abbastanza confuso e non capivo cosa stesse succedendo, così mi informai sul funzionamento generale e sul re-blogging. La cosa più bella è stata riuscire a stringere relazioni con persone provenienti da ogni parte del mondo, molte delle quali di talento incredibile. Effettivamente se ne può parlare come di una wunderkammer, ospita luoghi molto strani dove puoi trovare ispirazione e, allo stesso tempo, vedere cose bizzarre.
Cosa pensi del mondo dell’arte oggi? Cosa pensi del ruolo delle istituzioni nel mondo dell’arte oggi?
È difficile parlarne per me, perché la mia intera carriera (e uso questo termine in maniera davvero vaga) si basa su un’etica Do It Yourself. Nel 2004 facevo parte di un collettivo di artisti (circa una dozzina); creammo una sorta di scena aprendo le nostre piccole gallerie, pubblicando i nostri cataloghi, organizzando i nostri eventi. Lavorando in prima persona e al di fuori degli schemi tradizionali, riuscimmo a creare cose molto interessanti e ciò era dovuto al fatto che potevamo scegliere che direzione dare alla nostra produzione. Penso che alcune istituzioni potrebbero lavorare meglio per incoraggiare gli artisti emergenti e supportare i lavori meno conosciuti. So che molte di loro fanno fatica a rimanere aperte, ma a me sembra che il mondo dell’arte in generale sia quasi auto-paralizzato da queste realtà, e ciò è scoraggiante. Molte mostre si somigliano tra loro – quasi come se fossero un investimento sicuro per attirare visitatori. Vorrei che musei e gallerie offrissero spazi e supporto per permettere, al pubblico e agli artisti, di esplorare nuove idee di arte. Di solito invece si punta sempre sui stessi nomi che “ce l’hanno fatta” nel senso più tradizionale del termine.
Qualche domanda sul tuo libro; è interessante il modo in cui hai scelto di produrre il tuo libro: il crowdfunding. Pensi che il crowdfunding possa innescare meccanismi specifici nella fruizione e nella produzione artistica o si può considerare semplicemente come uno dei mezzi che oggi offre il mercato?
Ricollegandomi a quello che dicevo prima relativamente al mondo dell’arte: i soldi mancano e questo costringe gli artisti a cercare nuovi modi per finanziare i propri progetti. Personalmente penso che il crowdfunding sia grandioso, ma non sono sicuro di potermene servire ancora. Questo progetto mi ha impegnato per circa un anno. È stato molto stressante, e ho dovuto promuoverlo costantemente. Alla fine abbiamo raggiunto il nostro obiettivo e sono davvero grato a tutti coloro che mi hanno supportato, a tutto quelli che lo hanno condiviso, che mi hanno aiutato e che, in generale, hanno supportato il progetto in qualsiasi modo.
Come avete lavorato al libro, e come funziona?
Abbiamo esaminato circa settecento GIF, facendo il punto della situazione e scegliendo quelle che mi sarebbe piaciuto stampare. Purtroppo molte di loro non erano state pensate per la stampa e per esempio avevano una qualità troppo bassa per poterle ingrandire. Le persone di Anteism si sono occupate della maggior parte del lavoro legato all’impaginazione. Io fatto le mie richieste in base a ciò che sarebbe piaciuto e loro le hanno esaudite. Do you like relaxing? può essere fruito come un catalogo tradizionale (con immagini statiche), ma si possono anche usare delle devices, come uno smartphone: puntandolo sulle pagine, l’immagine statica prende vita attraverso lo schermo. È una tecnologia divertente. In un certo senso, mi piace pensare di portare il mondo digitale fuori da internet, portarlo nel mondo reale.
Sul layout del libro: è come se il tuo lavoro fosse diviso in “capitoli”, ognuno dei quali arricchito da una breve introduzione. È cambiato qualcosa rispetto al modo in cui tu concepisci la tua opera, in particolare rispetto alla forma del flusso libero – ordinato per lo più cronologicamente – delle tue GIF su Tumblr?
Non molto. Quando abbiamo iniziato a discutere dell’impaginazione ho iniziato a ragionare sull’idea che il libro si basasse su una conversazione tra Dio e il creato (idea che Neal Rockwell è stato capace di cogliere bene nell’articolo pubblicato nel libro). Abbiamo cercato di aggiungervi del testo e i ragazzi di Anteism hanno suggerito a un loro collaboratore di scrivere alcune composizioni: Jason Harvey compose dei testi sul tema dei sette peccati capitali e fu una scelta quasi automatica dividere il libro in questo modo. Tumblr rimane comunque un flusso di coscienza libero.
Ultima domanda: ho visto che hai iniziato a lavorare con il formato video. Cosa bolle in pentola? Hai progetti per il futuro?
Ho un rapporto di serio amore/odio con i video. Da una parte è molto divertente sfidare me stesso a creare qualcosa che duri più di qualche secondo, dall’altra mi risulta difficile lavorare su un’idea per troppo tempo e impegnare settimane su una breve sequenza mi risulta difficoltoso. Sto migliorando e ho lavorato su alcuni progetti lo scorso inverno in cui mi sono divertito molto, ma tentenno sull’abbracciare un progetto di video di medio-metraggio. Ho in cantiere l’idea di raccogliere in uno spazio il mondo che ho create tramite le GIF, quasi come se fosse una Google Map dove si può zoomare e guardare le differenti GIF che vengono mostrate come se il fruitore vi fosse di fronte; le scene potrebbero essere aggiornate col passare del tempo. Mi piace l’idea di poter creare un’opera d’arte specifica, che cresce e si evolve costantemente: (ride) c’è qualcuno lì fuori in gamba con la programmazione che può aiutarmi? Dall’altro lato, mi entusiasma molto l’idea di continuare a esplorare la realtà aumentata, e magari anche l’idea di poter tornare ad alcune forme di collage più tradizionali.
Grazie James! I lettori di Doppiozero possono trovare i lavori di Scorpion Dagger su Tumblr; sono disponibili maggiori informazioni riguardo al suo libro sul sito di Anteism.